MONACHE AGOSTINIANE
di S. MARIA DEGLI ANGELI
INFO & CONTATTI
Strada di Lecceto, 4
53100 Siena
mail: info@agostinianelecceto.it
tel.: +39 0577 349393
Eremo di Lecceto
Siena
Chi siamo
Convertito da Cristo, Agostino lo trova vivo nella sua Chiesa e, affascinato da questa Sua immagine, ne vuole riprodurre i tratti in modo concreto attraverso la vita della sua Comunità: amici raccolti insieme da questa stessa passione, ispirati da un amore ardente per la Parola e animati dallo Spirito del Padre e del Figlio che vuole fare di loro un Cuor solo e un’Anima sola, sulla scia della primitiva Comunità di Gerusalemme.
Agostino ha maturato così la fisionomia della sua Comunità come una “piccola Chiesa” tenuta insieme dal sacramento della carità e della vita fraterna.
Per essa Agostino scrive una Regola di vita e tratteggia la sua spiritualità in omelie e scritti che per secoli hanno costituito una fonte di ispirazione anche per la Chiesa e l’Umanità intera pellegrina verso l’Assoluto, traguardo inesauribile di ogni cuore anelante verso la Casa comune.
I pilastri che tengono solida la struttura monastica agostiniana sono fondamentali: l’ascolto della Parola di Dio, l’Eucaristia da cui nasce e si alimenta la comunione di vita in Cristo, la preghiera e il lavoro.
L’Eremo di Lecceto sorge a circa 10 chilometri dalla città di Siena. Nell’iscrizione che sovrasta il portone di ingresso esso è descritto come “antico covo” o “antica attrattiva di santità”:“Ilicetum vetus, sanctitatis illicium”.
L'Eremo è infatti testimone di una antica e ricca storia di santità che comincia nel XII secolo ed è all'origine dell'Ordine Agostiniano.
Dal 1972 sull'antico ceppo di Lecceto si è innestata la presenza femminile della Comunità Monastica Agostiniana di S. Maria degli Angeli.
S.Agostino fu un uomo divorato dalla sete di Dio. Dio stesso ci educa a questa esperienza nella preghiera, preghiera che coinvolge tutto di noi: intelligenza, affetti, desideri; e assume tutta la nostra vita: progetti, realtà storica, ambiente comunitario.
(Ratio Formationis delle Monache Agostiniane, n. 78)
L'ascoltai come s'ascolta il cuore.
S. Agostino, Conf. VII,10,16
Nella misura in cui aumenta l'amore, aumenta la ricerca della persona trovata.
S. Agostino, Comm. ai Sal 72,28
Il cammino della ricerca di Dio nella nostra vita agostiniana non è solitario, ma è agevolato, sostenuto e arricchito dalla comunione fraterna per la quale il cammino di ciascuna appartiene a tutte.
Dice il S. P. Agostino: «Perché desideri che le persone a te care vivano con te e insieme a te? Perché possiamo indagare in concorde collaborazione sulla nostra anima e su Dio»[1]
(Costituzioni delle Monache Agostiniane, 37)
[1] Solil. 1,12,20
“Che io conosca me, che io conosca Te”[1], pregava S. Agostino: è l’invocazione della vera cultura. E’ questo l’anelito incessante di una vita contemplativa […] perché “nessuno può amare ciò che non conosce”[2]».
(Ratio Formationis, n. 252)
[1] Solil. 2, 1, 1
[2] De Trin. 2, 4, 6
La Sapienza e la verità, se non si cercano con tutte le fibre dell’anima, non si possono trovare. Ma se si cercano così, come è giusto, non si possono sottrarre o nascondere a coloro che le amano.
S. Agostino, De mor. Eccl. Cath., I,17,31
Non la scoperta, ma la sola indagine della sapienza merita di essere senz'altro preposta al possesso dei tesori e dei regni del mondo.
S. Agostino, Conf. VIII,7,17
Nella vita contemplativa agostiniana, insieme alla preghiera e al lavoro, ha importanza fondamentale lo studio. Esso è mezzo insostituibile per approfondire il mistero di Dio e per alimentare la vita contemplativa.
(Costituzioni delle Monache Agostiniane, n. 48)
In realtà monos significa “uno” sebbene non uno in qualsiasi caso. “Uno” infatti si può dire anche di chi è immerso tra la folla; di lui però non si può dire che è monos, cioè solo. Eccovi ora della gente che vive nell'unità al segno da costituire un solo uomo, gente che veramente ha - come sta scritto un'anima sola e un sol cuore. Di costoro giustamente si afferma che sono monos cioè uno solo. S. Agostino, Enarr. in ps. 132, 6
È tipico di Agostino unire, quasi sempre, il concetto espresso dal passo “un cuore solo e un'anima sola” alle parole “in Dio”. L’unanimità da sola non basta a fare di un gruppo una comunità religiosa. Tuttavia è necessaria alla formazione di ogni gruppo, comunque caratterizzato. Aggiungendo l'espressione “in Dio” Agostino descrive con chiarezza il suo concetto di comunità religiosa, come gruppo di cristiani che scelgono liberamente di partire insieme, in unità di mente e di cuore, in cammino verso Dio. (Ratio Formationis delle Monache Agostiniane, n. 113)
È La vita monastica è tutto un movimento di penetrazione nel mistero infinito dell’Amore di Dio – quaerere Deum – per scoprirne i segreti e trasmetterne i dinamismi di grazia a tutto il corpo che è la Chiesa. La nostra identità è “identità ecclesiale”[1].
(Ratio Formationis delle Monache Agostiniane, n. 107)
[1] Cfr. OL: “Qualunque sia la modalità che lo Spirito gli riserva, il monaco è sempre essenzialmente l’uomo della comunione. Il monachesimo ci mostra come non vi sia autentica vocazione che non nasca dalla Chiesa e per la Chiesa.”
Si ponga attenzione al lavoro come luogo privilegiato di formazione umana e di rivelazione della personalità.
Le formande siano leali nel gestire il tempo di lavoro, senza pigrizie e senza egoismi... Siano dunque attente custodi del tempo che hanno a disposizione, per evitare di vivere nella dispersione. Consapevoli che l’attimo presente del tempo, qualunque ne sia il contenuto, raccoglie il valore dell’eternità.
(Ratio Formationis delle Monache Agostiniane, nn. 200.216)
Invoco Dio a testimone della mia sincerità che, per quanto si riferisce all’utilità mia, preferirei dedicarmi ogni giorno ad ore determinate, come stabilito nei monasteri bene ordinati, al lavoro manuale e avere le altre ore libere per leggere, per pregare e occuparmi nello studio delle Sacre Scritture.
S. Agostino, De op. mon. 29,37